Dal 16 febbraio 2023, i lavori agevolati dal superbonus e dagli altri bonus edilizi non potranno più usufruire né dello sconto in fattura né della cessione del credito. Questa è la conseguenza del decreto-legge approvato ieri sera dal Consiglio dei Ministri, pubblicato poco dopo in Gazzetta Ufficiale e già in vigore.
Tuttavia, ci sono alcune eccezioni per i quali si potrà continuare ad optare per sconto in fattura o cessione del credito, a condizione che siano stati effettuati determinati adempimenti entro il 16 febbraio 2023. In particolare, l’opzione rimane valida per interventi sulle unifamiliari e sulle abitazioni con ingresso autonomo, per interventi nei condomìni (a condizione che sia stata adottata la delibera assembleare e presentata la Cila), per la demolizione e ricostruzione di edifici e per il sismabonus acquisti (per le abitazioni per le quali sia stato registrato il contratto preliminare o stipulato il contratto definitivo di compravendita).
Per tutti gli altri interventi, sarà utilizzabile soltanto la detrazione Irpef.
Il decreto-legge abroga le norme che prevedevano la possibilità di cedere i crediti fiscali relativi a spese per interventi di riqualificazione energetica e di ristrutturazione importante di primo livello per le parti comuni dei condomini (con un importo dei lavori pari o superiore a 200.000 euro) e per interventi di riduzione del rischio sismico realizzati sulle parti comuni dei condomini o realizzati nei comuni ricadenti nelle zone classificate a rischio sismico 1, 2 e 3, mediante demolizione e ricostruzione di interi edifici, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare che provvedano alla successiva alienazione dell’immobile, ovvero il sismabonus acquisti.
La cessione dei crediti d’imposta non sarà più consentita per specifiche categorie di spese, ma resta inalterata la possibilità della detrazione degli importi corrispondenti.
Il decreto si propone di modificare la disciplina riguardante la cessione dei crediti d’imposta relativi a spese per gli interventi di recupero patrimonio edilizio, efficienza energetica e superbonus 110%, misure antisismiche, facciate, impianti fotovoltaici, colonnine di ricarica e barriere architettoniche. Queste misure sono state introdotte nel 2020 con il Decreto Rilancio, ma con l’entrata in vigore del nuovo decreto non saranno più valide.
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